Altri interventi

Correzione cicatrici retraenti

Se le cicatrici sono particolarmente retraenti ed ipertrofiche (molto rilevate), come ad esempio nel caso degli esiti di ustione, e se non rispondono a terapie locali non chirurgiche (cortisonici, pressoterapia o laser terapia), può essere necessario asportarle e fare delle plastiche cutanee di rilasciamento o, nei casi più complessi, degli innestii; in caso di cicatrici francamente ipertrofiche o cheloidee, andranno adottate, nell'immediato postoperatorio, tutte le procedure previste per prevenire la recidiva del problema (terapia cortisonica, uso di lamine o gel di silicone o altro).
Si tratta di interventi con finalità esclusivamente funzionali e non estetiche; lo scopo è infatti quello di asportare la cicatrice che può limitare i movimenti o dare fastidio a causa della sua ipertrofia e tensione; ci sarà indubbiamente anche un miglioramento estetico ma residuerà sempre una cicatrice, migliore di quella di partenza ma mai invisibile. In caso di aree cicatriziali particolarmente estese e deturpanti è possibile utilizzare la tecnica dell'espansione cutanea: in un primo tempo chirurgico si impiantano sottocute dei palloncini chiamati espansori che, nei mesi successivi saranno riempiti progressivamente con soluzione salina; si otterrà così una dilatazione dei tessuti sani circostanti all'area da asportare; in un secondo intervento si potrà così rimuovere tutta la cicatrice unitamente al palloncino; la cute sana espansa sarà quindi ruotata sul difetto a colmare il deficit tissutale.

Asportazione neoplasie parotidee

I tumori della parotide devono essere asportati in modo diverso a seconda delle loro caratteristiche cliniche, strumentali ed istologiche.
In caso di dubbio diagnostico possono essere fatte indagini come l'ecografia, l'agobiopsia o la tac.
I tumori benigni richiedono l’asportazione del solo nodulo, quelli a comportamento incerto (i cosiddetti tumori misti) possono richiedere l’asportazione di un po di tessuto ghiandolare circostante, in caso di tumore maligno o carcinoma, deve essere effettuata l’asportazione di tutta la ghiandola (cosiddetta parotidectomia).

Nei primi due casi va assolutamente preservato il nervo facciale, che passa dentro la ghiandola, in caso di tumore maligno, se il nervo deve essere obbligatoriamente sacrificato per motivi oncologici, può essere ricostruito dal chirurgo plastico simultaneamente alla asportazione della ghiandola con un innesto nervoso, generalmente prelevato dalla gamba (nervo surale); tutti questi interventi vanno fatti in anestesia generale, senza però usare i curari, per permettere al chirurgo di individuare la posizione del nervo durante l’operazione, con un elettrostimolatore. A seguito di interventi sulla parotide o per traumi aperti della zona, può formarsi un tramite fistoloso tra ghiandola parotide e cute, con fuoriuscita di saliva all'esterno, chiamato "fistola parotidea"; il trattamento di questa complicanza consiste, previo esame scialografico della ghiandola attraverso il dotto di Stenone, nella chiusura del tramite con interposizione di un lembo di vicinanza, come ad esempio un lembo ad isola di fascia temporale superficiale; questa stessa procedura si usa anche per la cosiddetta "sindrome di Frey", fastidioso quadro clinico dove, a seguito di uno stimolo gustativo, la regione parotidea si arrossa e produce sudore.

Asportazione cisti dermoidi, cisti branchiali laterocervicali e cisti del dotto tireoglosso e di cisti, fistole e fibrocondromi preauricolari

Si tratta di formazioni congenite della regione della testa e del collo che si evidenziano spesso in età pediatrica e possono andare incontro ad episodi infiammatori recidivanti; devono essere asportate in anestesia generale e richiedono accurate e radicali procedure chirurgiche per evitare le recidive del problema, come ad esempio l’asportazione di strutture connesse alla neoformazione stessa, mediante tramiti fistolosi profondi. L'intervento di asportazione di neoformazioni (mediane o laterali) del collo è una procedura delicata che richiede profonda conoscenza anatomica della regione ed esperienza, data l'importanza delle strutture vascolo-nervose presenti nella zona.
Le cisti del dotto tireoglosso, in particolare, richiedono un'accurata dissezione delle strutture muscolari adiacenti alla cisti, e, spesso, l'asportazione della parte centrale dell'osso ioide, frequentemente connesso alla formazione da asportare (intervento di Sistrunk).