Migliorare e ridurre le dimensioni del seno, per motivazioni estetiche (migliorare l'aspetto del seno eccessivamente voluminoso e/o cadente) e funzionali, quali la riduzione di sintomi come dolore, senso di fastidio alle mammelle, alle spalle, al collo ed alla porzione alta della colonna vertebrale.
La caratteristica fisica più associata all’idea di femminilità è sicuramente il seno.
Un seno pieno e sodo si associa all’idea di giovinezza e salute, ed esercita sempre una forte attrazione sessuale. Viceversa, un volume eccessivo del seno (iperplasia o gigantomastia) non costituisce solo un problema estetico, ma molto spesso comporta per la donna interessata disagi psicologici e fastidiosi disturbi (vizi di postura, dolori alla schiena ed alle articolazioni, scoliosi). Per un rapido recupero estetico, psicologico e funzionale, si ricorre alla Mastoplastica Riduttiva, intervento consigliato anche prima dei 18 anni e non inibitore della capacità di un futuro allattamento. Il risultato è permanente.
La condizione di ipertrofia, specie se di grado elevato, può determinare disturbi, non solo di carattere estetico, ma anche funzionale: tensione dolorosa alla cute, lordosi e scoliosi, intertrigini ed eczemi. Esistono ipertrofie mammarie pure, cioè dovute all’aumento della ghiandola e quindi più frequenti nelle adolescenti, ipertrofie miste in cui la componente ghiandolare è infiltrata abbondantemente da tessuto adiposo, e quindi tipiche nelle donne dopo il parto, oppure ipertrofie esclusivamente adipose, cioè associate ad obesità, oppure a soprappeso. Le moderne tecniche operatorie prevedono l’asportazione del tessuto in eccesso, fino ad ottenere la giusta dimensione. Il tessuto residuo viene rimodellato, senza punti esterni.
La tecnica oggi più in voga per la riduzione mammaria prende il nome dal chirurgo che per prima l’ha descritta nel 1989, Maddalene Lejour, una donna, famosissimo chirurgo plastico di Bruxelles, in Belgio. Tale operazione, oggi considerata tecnica fondamentale per la riduzione della mammella, è di fatto una tecnica SHORT SCAR (a cicatrice corta), che consente di ridurre la mammella praticando unicamente un’incisione intorno al capezzolo ed una verticale al di sotto di esso, talmente modesta da poter essere agevolmente nascosta anche da un piccolo bikini. Attraverso tali incisioni viene asportata la cute e l’eventuale grasso in eccesso, nonché parte della ghiandola mammaria, in quantità tali da ottenere un’apprezzabile proporzione. Il seno viene quindi rimodellato, in modo che il risultato risulti in armonia con la tua silhouette e l’areola viene conseguentemente riposizionata in virtù delle nuove dimensioni.
La Mastoplastica Riduttiva consente alla donna un ottimale recupero estetico, psicologico e funzionale.
Nei casi estremi di gigantomastia, laddove quindi le dimensioni del seno siano tali da richiedere l’utilizzo di tecniche più aggressive, si renderà probabile la citraice lungo il solco sottomammario, ed il chirurgo plastico ti consiglierà di trascorrere una o più notti di degenza in clinica allo scopo di poter monitorare al meglio le prime 24 ore post operatorie.
La procedura altera l’integrità della ghiandola, e quindi le possibilità di allattamento.
Il seno, dopo la Mastoplastica Riduttiva, risulterà più piccolo e sodo, così da muoversi in modo disinvolto nella vita quotidiana, e soprattutto nelle attività sportive. Medicazione moderatamente compressiva per 24 ore. Rimozione delle suture dopo 7-14 giorni. Lieve gonfiore ed ematomi per 1-2 settimane, con eventuale dolore al petto ed ai movimenti delle braccia. Reggiseno specifico per attività sportive per 1 mese.